(Italiano) Agricoltura: a Montalcino il vigneto è sempre più bene rifugio

L’agricoltura è ancora un buon investimento, specialmente quando si sceglie il vino e si creano le condizioni per l’export del prodotto, con particolare attenzione ai mercati emergenti. È quanto rileva lo studio «Filiera vitivinicola: tendenze e prospettive per l’Italia» condotto dall’area Research di Banca Mps. L’indagine evidenzia come, dopo un decennio di forte crescita, il valore dei vigneti toscani tiene ancora, soprattutto i filari Docg e filari nelle aree del Chianti Classico e di Montalcino. Dopo l’esplosione dei prezzi per ettaro necessari per l’acquisto di fondi agricoli coltivati a vigneti di pregio, che ha avuto luogo dal 1999 al 2007, nel 2014 si è assistito ad una stabilizzazione generale del mercato, che non hanno seguito il calo dei terreni agricoli comuni. Questa tendenza è stata molto evidente anche in Toscana, dove i prezzi nelle zone del Chianti Classico, sia fiorentino che senese, e del Brunello di Montalcino (valutata 350.000 euro ad ettaro) sono triplicati nello stesso periodo, per poi stabilizzarsi durante gli ultimi anni. Non c’è stata in questo caso l’erosione di valore che hanno subito i terreni agricoli comuni in nel 2012 e 2013. Il mercato mondiale del vino non ha registrato variazioni significative nel 2014, con la produzione e i consumi rispettivamente a 279 e 240 milioni di ettolitri: in questo contesto la Francia ha assunto la leadership produttiva con 47 milioni di ettolitri e l’Italia è al secondo posto con 44 milioni dopo il notevole calo del 2014. Per quanto riguarda i consumi, ottima la performance degli Usa che sono oggi il primo paese con poco meno di 30 milioni di ettolitri: il nord America cresce di importanza ed esprimeva nel 2013 il 23% dei consumi mondiali (20% nel 2000), mentre l’Europa è scesa dal 69 al 61% pur rimanendo la macroarea più rilevante. In crescita notevole anche i consumi asiatici, che sono passati dal 6% al 10% del totale nello stesso periodo. Sono proprio America ed Asia i mercati di esportazione più interessanti nel mondo. Per quanto riguarda l’Italia, le tendenze di lungo periodo sono la stabilizzazione della produzione (tra i 40 e i 50 milioni di ettolitri) ed il calo secolare dei consumi interni, che sono scesi da 30 a 20 milioni di ettolitri dal 2001 al 2014. Per il Nostro paese è diventata quindi una necessità primaria avere mercati di sbocco esteri, infatti le esportazioni sono aumentate di oltre il 70% in 10 anni sia in quantità che in valore.